Parliamone insieme

Cambiamento, anzi: evoluzione

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Il cambiamento ha un problema intrinseco: ci mette in allarme. Produce preoccupazione, quando non addirittura paura. Il motivo è che il cambiamento, di qualsiasi natura e dimensione, porta con sé il sentimento di una perdita.

Può essere scelto volontariamente o subìto senza potersi opporre. Può essere velocissimo oppure lento, inatteso o preannunciato da lontano. In tutti i casi, implica che qualcosa resti indietro, si concluda, scompaia. E nessuno vuole mai perdere qualcosa a cui tiene, che reputa importante o di valore.  Si finisce, allora, per non fare nulla. Per evitare di agire o addirittura per tornare indietro.

Ma non è detto che sia sempre così: succede praticamente mai che cambiare significhi buttare via tutto quanto e ricominciare da zero. Anche i cambiamenti più bruschi si portano dietro qualcosa del passato, nel momento stesso in cui si aprono alle novità del futuro. Se anziché al concetto di cambiamento pensiamo a quello di evoluzione, possiamo cogliere questo fatto con più chiarezza.

Che cosa ci blocca

Parlare di cambiamento, infatti, ci fa pensare ad un evento di durata limitata, distinto da un “prima” e un “dopo”. Ci troviamo nella situazione statica A, poi succede qualcosa che sconvolge la situazione, e dopo un breve periodo di fatica e disorientamento atterriamo nella situazione (di nuovo statica) B. Questo è lo schema al quale si riferisce il nostro istinto in modo più o meno conscio. È questo schema a bloccarci o farci allontanare dalle azioni che producono cambiamento.

Parlando di evoluzione, invece, evochiamo un processo progressivo. Esso può svolgersi più o meno lentamente ma comunque senza soluzione di continuità. Il nuovo che si concretizza non è il frutto di una sostituzione, bensì di una trasformazione.

È ben nota la vicenda aziendale di Nokia. La società finlandese è nata nel 1865 come produttrice di cellulosa. Nel tempo si è evoluta tramite acquisizioni, fusioni e riorganizzazioni. Si è occupata di gomma, cavi telefonici, respiratori, apparecchiature radio, elettronica, telefoni cellulari. Oggi non è più popolare come 20 anni fa, ma rimane un’azienda da 22 miliardi di euro, operante in 130 Paesi nel settore del software e servizi per infrastrutture di rete.

Novità e continuità

Ad ogni salto di business, c’era qualcosa di nuovo e ignoto. Ma anche l’eredità di un passato che trasmetteva qualcosa di pertinente e utile. Nokia è cambiata molto, nel senso che si è evoluta.

Il processo di evoluzione conserva ciò che continua ad essere valido e lascia cadere con naturalezza ciò che non è più funzionale o non più interessante. Libera le potenzialità di qualcosa che è già presente ma ancora non si è manifestato. Si nutre con elementi nuovi che arricchiscono dall’esterno.

Tutto questo è altrettanto valido per i cambiamenti personali. Ti avventuri nel nuovo, ma portando con te ciò che hai di più valido e prezioso. Le tue competenze, abilità, potenzialità, valori. Qualcosa rimane fisso, qualcosa va salutato con gratitudine e lasciato andare. E qualcos’altro arriva a portare quelle nuove risorse che ti servono per allargare il tuo cerchio ancora di più.

Si tratta di considerare in modo diverso ciò che c’è ed esplorare territori nuovi. Cosa che non è facile a farsi da soli, perché gli schemi di pensiero abituali tendono a farci restare dove siamo. Ma, se lo vuoi, nulla ti impedisce di muovere qualche passo e scoprire quali possibilità puoi intravvedere. E poi decidere se proseguire, e come.

 

 

 

 

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